A maggio 2019 ERICA, commissionata dalla ONG Cesvi, la camera di Commercio del nord di Hebron (NHCCI), e la Green Land Society for Health Development (GLSHD), è stata coinvolta in un progetto internazionale finanziato dalla Commissione Europea, con l’obiettivo di promuovere una crescita sostenibile e innovativa del settore dei rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) in Palestina, in partnership con esperti tecnici quali Relight Srl e Arab Engineers Est.
Il progetto, denominato “Promotion of sustainable growth in Palestine through an environmentally safe, innovative and economically valuable treatment of WEEE (Waste from Electrical and Electronic Equipment)”, si declina su due scale di azione diverse, in quanto prevede attività con ricaduta locale e contemporaneamente favorisce azioni che abbiano un impatto a livello nazionale.
Il territorio di riferimento del progetto è una porzione del governatorato di Hebron, nel sud della West Bank (Cisgiordania) e comprende in particolare le municipalità di Idhna, Deir Samit e Beit Awwa. Presso queste località, ormai da anni, si sono sviluppati numerosi workshops informali, che si occupano del trattamento di circa 80.000 tonnellate di RAEE all’anno. La diffusione di queste realtà, che si introducono in un sistema che non è definito a livello normativo, ha contribuito alla crescita del mercato dei sottoprodotti, come plastiche e metalli, derivanti dall’attività di disassemblaggio manuale dei RAEE e rappresenta un’importante fonte di guadagno per coloro che operano in questo ambito.
Partendo da questo contesto e dagli studi effettuati da Cesvi negli anni precedenti, il progetto si prefigge di realizzare un impianto pilota di trattamento RAEE, con una linea dedicata al disassemblaggio e una dedicata alla triturazione. I trattamenti che saranno implementati consentiranno il recupero delle componenti e dei materiali, che saranno valorizzati, impiegando tecniche e tecnologie che consentono una lavorazione sostenibile sia dal punto di vista ambientale che della sicurezza e salute degli operatori e della comunità. Lo scopo principale è di creare un esempio virtuoso di impianto di trattamento di questa tipologia di rifiuti, che sia di semplice replicazione e gestione e che soprattutto fornisca una soluzione ambientalmente, socialmente ed economicamente sostenibile, efficiente e sostitutiva delle pratiche attualmente applicate, quali ad esempio il recupero del rame dai cavi elettrici, che al momento avviene bruciando la plastica che circonda il metallo, con conseguenze ambientali e sulla salute, estremamente negative.
Al fine di gestire l’impianto, che sarà costruito nei prossimi mesi, il progetto ha inoltre previsto la costituzione di una cooperativa composta dai riciclatori locali, dalle municipalità coinvolte nel progetto e dalle istituzioni, finalizzata alla gestione e conduzione dell’impianto di trattamento RAEE.
Per il funzionamento dell’impianto saranno incaricati alcuni dei riciclatori dei workshop coinvolti nella cooperativa e a tal proposito, ERICA e i suoi partner, si occuperanno della realizzazione di una specifica formazione tecnica, definita in seguito all’indagine delle necessità riscontrate con gli operatori stessi e finalizzata all’apprendimento delle tecniche e all’uso dei macchinari presenti nelle linee di trattamento.
L’impianto, che rappresenta un esempio pilota e quindi non è sufficiente per coprire l’intero quantitativo di rifiuti in ingresso nell’area, avrà la capacità di trattare oltre 10.000 tonnellate di RAEE l’anno. Parallelamente, al momento, rimarranno quindi operativi anche i workshops informali, per la restante quota di rifiuti attualmente in entrata. Nell’ambito del progetto, per la gestione dei sottoprodotti dell’attività di riciclo di questi informali, è inoltre prevista la definizione di un sistema di raccolta tramite postazioni per il conferimento e automezzi per il trasporto, che possa essere sufficientemente capillare sul territorio.
Contestualmente, sul piano nazionale, il progetto sta procedendo con un confronto con le istituzioni locali, quali EQA (Autorità per la Qualità Ambientale) e Ministero dell’Ambiente, per la definizione di linee guida che raccolgano soluzioni virtuose di gestione sostenibile dei RAEE, finalizzate ad avere a disposizione buone pratiche per implementazioni future e, in particolare l’elaborazione di una Road Map per la formalizzazione e regolamentazione del settore RAEE in Palestina.
La Road Map sarà uno strumento applicativo che le istituzioni avranno a disposizione per procedere all’adeguamento e sviluppo normativo e legislativo nella gestione del settore e si focalizzerà sui passaggi fondamentali da effettuare per creare una filiera normata a partire dalla generazione del rifiuto da AEE fino al destino dei sottoprodotti da riciclo o delle componenti recuperate.
Il progetto si concluderà nei primi mesi del 2020.